Le morti da amianto in Italia: una tragedia silenziosa e persistente
14 Agosto 2024
L'amianto, noto anche come asbesto, è stato ampiamente utilizzato in Italia per decenni, principalmente nel settore edile e industriale, grazie alle sue proprietà ignifughe, isolanti e di resistenza. Tuttavia, questo materiale si è rivelato essere un killer silenzioso, causando migliaia di morti ogni anno nel nostro paese. Le morti da amianto in Italia rappresentano una vera e propria emergenza sanitaria e ambientale, le cui conseguenze si protrarranno ancora per molti anni.
Il problema dell'amianto in Italia
L'Italia è stata uno dei maggiori produttori e utilizzatori di amianto in Europa fino al 1992, anno in cui ne è stata vietata l'estrazione, l'importazione, l'esportazione e la commercializzazione. Nonostante il divieto, l'amianto è ancora presente in molti edifici, impianti industriali e persino in alcuni prodotti di uso comune.
Si stima che in Italia ci siano ancora circa 32 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto, di cui 8 milioni di tonnellate di amianto friabile, la forma più pericolosa. Questa massiccia presenza di amianto nel territorio italiano continua a mietere vittime, con un numero di morti che non accenna a diminuire.
Le cifre delle morti da amianto in Italia
Secondo le stime dell'Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), in Italia si registrano ogni anno circa 6.000 morti per patologie asbesto-correlate. Di queste:
Circa 3.000 sono dovute a mesotelioma pleurico;
Circa 2.000 sono causate da tumore al polmone;
Le restanti 1.000 sono attribuite ad altre patologie asbesto-correlate come asbestosi, tumori della laringe e dell'ovaio.
Questi numeri fanno dell'Italia uno dei paesi più colpiti al mondo dalle conseguenze dell'esposizione all'amianto. È importante sottolineare che queste cifre potrebbero essere sottostimate, poiché molti casi non vengono diagnosticati correttamente o non vengono collegati all'esposizione all'amianto.
Le patologie legate all'amianto
Le principali patologie causate dall'esposizione all'amianto sono:
Mesotelioma: è un tumore raro e aggressivo che colpisce il mesotelio, il tessuto che riveste i polmoni, la cavità addominale e il cuore. Il mesotelioma pleurico è la forma più comune e ha un tempo di latenza molto lungo, che può arrivare fino a 40-50 anni dall'esposizione;
Tumore al polmone: l'amianto è un potente cancerogeno per i polmoni, soprattutto se associato al fumo di sigaretta;
Asbestosi: è una malattia polmonare cronica causata dall'inalazione di fibre di amianto, che provoca cicatrici nei polmoni e difficoltà respiratorie;
Altri tumori: l'amianto è stato associato anche a tumori della laringe, dell'ovaio e del colon-retto.
Le categorie più a rischio
Le morti da amianto in Italia colpiscono principalmente alcune categorie di lavoratori che sono stati esposti al materiale durante la loro attività professionale:
Operai dell'industria navale e dei cantieri navali;
Lavoratori dell'edilizia e delle costruzioni;
Operai delle fabbriche di cemento-amianto;
Lavoratori dell'industria tessile;
Ferrovieri;
Minatori;
Lavoratori dell'industria automobilistica.
Tuttavia, è importante sottolineare che anche i familiari dei lavoratori esposti all'amianto possono essere a rischio, a causa del cosiddetto "effetto para-occupazionale", ovvero l'esposizione indiretta attraverso le fibre portate a casa sui vestiti da lavoro.
Inoltre, non vanno sottovalutati i rischi per la popolazione generale, esposta all'amianto presente negli edifici pubblici e privati, nelle scuole, negli ospedali e nell'ambiente urbano.
I casi più eclatanti di morti da amianto in Italia
Alcuni casi hanno attirato l'attenzione dell'opinione pubblica sulle morti da amianto in Italia:
Il caso Eternit: la fabbrica di Casale Monferrato, in Piemonte, ha causato migliaia di morti tra i lavoratori e i residenti della zona. Il processo contro i dirigenti dell'azienda è diventato un simbolo della lotta contro l'amianto in Italia;
Il caso dei cantieri navali di Monfalcone: centinaia di lavoratori sono morti a causa dell'esposizione all'amianto nei cantieri navali della città friulana;
Il caso delle Officine Grandi Riparazioni di Bologna: numerosi ferrovieri sono deceduti per malattie asbesto-correlate dopo aver lavorato nelle officine di riparazione dei treni;
Il caso della centrale termoelettrica di Turbigo: diversi lavoratori della centrale sono morti a causa dell'esposizione all'amianto utilizzato come isolante negli impianti.
Le conseguenze economiche e sociali
Le morti da amianto in Italia hanno un impatto devastante non solo dal punto di vista sanitario, ma anche economico e sociale:
Costi sanitari: la cura delle patologie asbesto-correlate grava pesantemente sul sistema sanitario nazionale;
Costi previdenziali: le pensioni di reversibilità e gli indennizzi alle vittime dell'amianto rappresentano un onere significativo per l'INAIL e l'INPS;
Costi ambientali: la bonifica dei siti contaminati da amianto richiede investimenti ingenti;
Impatto sociale: le morti da amianto lasciano famiglie senza sostegno economico e provocano gravi traumi psicologici nelle comunità colpite.
Le azioni intraprese per contrastare le morti da amianto in Italia
Negli ultimi anni, sono state adottate diverse misure per affrontare l'emergenza amianto in Italia:
Mappatura dei siti contaminati: è in corso un censimento nazionale dei siti contenenti amianto, anche se ancora incompleto;
Piani di bonifica: sono stati avviati interventi di bonifica in molte aree critiche, ma il processo è lento e costoso;
Sorveglianza sanitaria: è stato istituito un programma di sorveglianza per i lavoratori ex esposti all'amianto;
Ricerca medica: sono in corso studi per migliorare la diagnosi precoce e il trattamento delle patologie asbesto-correlate;
Sensibilizzazione: vengono organizzate campagne informative per aumentare la consapevolezza sui rischi dell'amianto.
Le criticità e le sfide future
Nonostante gli sforzi compiuti, persistono diverse criticità nella gestione dell'emergenza amianto in Italia:
Ritardi nelle bonifiche: il processo di rimozione dell'amianto è troppo lento rispetto all'urgenza del problema;
Carenza di fondi: le risorse economiche destinate alla bonifica e al risarcimento delle vittime sono spesso insufficienti;
Difficoltà nella diagnosi: molte patologie asbesto-correlate vengono diagnosticate tardivamente o non vengono riconosciute come tali;
Prescrizione dei reati: i lunghi tempi di latenza delle malattie da amianto spesso portano alla prescrizione dei reati, lasciando le vittime senza giustizia;
Smaltimento illegale: persistono fenomeni di smaltimento illegale dell'amianto, che mettono a rischio la salute pubblica e l'ambiente.
Le morti da amianto in Italia rappresentano una tragedia nazionale che continuerà a mietere vittime ancora per molti anni. È fondamentale che le istituzioni, le imprese e la società civile si impegnino con maggiore determinazione per affrontare questa emergenza. Sono necessarie azioni concrete e tempestive:
Accelerare i processi di bonifica, con particolare attenzione agli edifici pubblici come scuole e ospedali;
Aumentare i fondi destinati alla ricerca medica per migliorare la diagnosi precoce e le terapie;
Rafforzare i controlli sullo smaltimento dell'amianto per prevenire lo smaltimento illegale;
Migliorare l'assistenza sanitaria e il sostegno economico alle vittime dell'amianto e alle loro famiglie;
Promuovere una maggiore consapevolezza sui rischi dell'amianto attraverso campagne informative capillari;
Implementare un sistema di sorveglianza epidemiologica più efficace per monitorare l'incidenza delle patologie asbesto-correlate;
Rivedere la normativa sulla prescrizione dei reati legati all'amianto, per garantire giustizia alle vittime.
Solo attraverso un impegno coordinato e persistente sarà possibile ridurre il numero di morti da amianto in Italia e proteggere le generazioni future da questa minaccia silenziosa ma letale. La sfida è complessa, ma il prezzo dell'inazione è troppo alto in termini di vite umane e di costi sociali ed economici per il paese.
La lotta contro l'amianto deve diventare una priorità nazionale, coinvolgendo tutti i livelli della società in uno sforzo comune per porre fine a questa emergenza sanitaria e ambientale. Solo così potremo sperare di vedere, nei prossimi decenni, una significativa riduzione delle morti da amianto in Italia e di onorare la memoria di coloro che hanno perso la vita a causa di questo killer silenzioso.