
Il telerilevamento dell’amianto è una tecnica di recente implementazione che favorisce il riconoscimento di aree potenzialmente contaminate, utilizzando la semplice osservazione aerea delle stesse. Si tratta di un metodo che porta con sé enormi vantaggi, sia da un punto di vista economico che in termini di efficacia nell’individuazione precisa di siti pericolosi.
Il modo più rapido per effettuare il telerilevamento dell’amianto è quello di affidarsi a velivoli (sempre più spesso droni) dotati di appositi sensori. Questi dispositivi sono in grado di registrare la radiazione elettromagnetica proveniente dalle diverse superfici che riprendono.
Nello specifico si analizzano: l’ortofoto, le immagini multi spettrali e quelle iperspettrali. Le prime sono fotografie geometricamente corrette che permettono un analisi interpretativa accurata sfruttando informazioni quali: colore, tessitura e geometria della ripresa stessa.
Le immagini multispettrali e iperspettrali, invece, sono composte da più “strati”, definiti bande. Si è nel primo caso quando il numero di bande è inferiore a dieci, mentre nel secondo in presenza di 10 o più bande (fino a 100). Più bande ci sono, più sarà alta la cosiddetta risoluzione spettrale della superficie osservata.
Da tale analisi si può ricavare la firma spettrale degli elementi che vanno a costituire quanto ripreso, poiché ogni uno di essi è caratterizzato da proprietà chimico-fisiche riconoscibili e uniche osservabili nelle lunghezze d’onda emesse. In questo modo è possibile rilevare la firma dell’amianto e classificare l’area come potenzialmente a rischio, attivando così le procedure per il sopralluogo.
Ricorrere al telerilevamento dell’amianto offre diversi vantaggi. Innanzi tutto l’individuazione delle zone a rischio è molto più rapida e precisa. Il censimento delle coperture in amianto diventa quindi immediato con una drastica riduzione dei rischi per gli operatori sul campo.
Mappare il territorio ricorrendo a questa tecnologia innovativa è inoltre economicamente più conveniente, poiché si limita il numero di sopralluoghi e di conseguenza il dispiegamento di risorse per la ricerca. Le successive spedizioni di monitoraggio si riducono e possono essere eseguite sempre grazie all’aiuto dei droni, invece di inviare personale a terra.
Gli interventi di bonifica possono essere pianificati con una maggiore consapevolezza del tipo di materiale che si andrà ad incontrare. Ciò permette di preparare un piano d’intervento adeguato, con strumentazioni e dispositivi di protezione adatti che riducono considerevolmente il pericolo di esposizione.