Procedure a tutela dei lavoratori in aree contaminate da amianto

Le areecontaminate dall’amianto in Italia sono ancora tantissime. Il nostro Paese, infatti, è stato tra i maggiori produttori mondiali di manufatti contenenti asbesto e tutt’oggi (nonostante quest’ultimo sia stato messo al bando nel 1992), ancora il 3% del territorio nazionale è interessato da zone altamente a rischio, sia per le persone che per l’ambiente.

 

Le procedure per proteggere i lavoratori nelle aree contaminate dall’amianto

Il pericolo rappresentato dall’asbesto è tangibile e minaccia sia i privati cittadini che gli operai nei cantieri. Il Ministero dell’Ambiente, ad oggi, ha riconosciuto ben 42 Siti Superfund, cioè porzioni di territorio contraddistinte dalla forte presenza di amianto e altri agenti tossici. Nello specifico 11 sono quelli con la maggior concentrazione di amianto, mentre 5 presentano possibili artefatti che lo contengono seppur in maniera più circoscritta.

Al fine di fornire delle linee guida per garantire la sicurezza dei lavoratori all’interno delle aree contaminate dall’amianto, l’INAIL ha quindi redatto un fact sheet contenente procedure dettagliate che spiegano come muoversi col minimo rischio all’interno delle suddette zone. Tra le specifiche troviamo:

  • delimitare l’intera area oggetto degli interventi con recinzioni adeguate, al fine di limitare l'accesso al personale operativo e agli enti di vigilanza;
  • apporre cartelli opportunamente dimensionati e posizionati (anti-intrusione, divieto di accesso per i non addetti ai lavori, obbligo di adozione di DPI e pericolo di inalare fibre pericolose);
  • all'ingresso dell'area di lavoro deve essere installata un'unità di decontaminazione personale (PDU), composto da almeno 4 camere, ai sensi del D.M. 06/09/1994;
  • prevedere un punto esterno alla PDU per il lavaggio delle calzature, prima che l'operatore entri nella "camera contaminata", al fine di ridurre la contaminazione;
  • stabilire procedure specifiche per la pulizia delle PDU alla fine della giornata lavorativa;
  • predisporre sistemi di abbattimento delle polveri, soprattutto durante le attività di bonifica. È consigliato l'uso di pistole a spruzzo/atomizzatori nell'area in lavorazione, oltre a bagnare tutte le strade all'interno dei siti (nebulizzazione a bassa pressione, spazzatrice con filetti assoluti, bagnatura con autocisterne, ecc.);
  • adottare dispositivi di protezione collettiva;
  • munire tutti coloro che accedono al sito di DPI adeguati.

Questi sono solo alcuni dei punti salienti relativi al documento INAIL. Il testo completo può essere consultato sul sito internet dell’ente. Si ricorda che la scheda è già disponibile per la consultazione dallo scorso 2 febbraio.





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