
La giornata mondiale dedicata alle vittime dell’amianto è una ricorrenza importante che si celebra ogni 28 Aprile. L’iniziativa ha preso il via nel 2005 e vuole essere un monito per non dimenticare tutti coloro che sono stati esposti al pericoloso materiale edile fra gli anni ’70 e ’90. Tuttavia, con l’attuale emergenza costituita dal Covid-19 quest’anno la celebrazione è stata sospesa.
L’importanza di celebrare la giornata mondiale vittime amianto sta nella necessità di continuare (anche dopo tanti anni) a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul problema dell’asbesto. Questione tutt’altro che risolta, che ancora oggi continua a mietere vittime, spesso inconsapevoli della reale pericolosità delle fibre cancerogene presenti negli artefatti contenenti amianto.
Gli edifici e i siti a rischio sono ancora tanti, sparsi su tutto il territorio italiano. Nonostante le tante iniziative, i fondi stanziati per la bonifica e l’impegno delle associazioni, la strada per liberarsi di questo problema è ancora lunga e tortuosa. Ecco dunque che avere una giornata della memoria è utile per riportare all’attenzione degli organi competenti questa impellente necessità.
Anche se quest’anno il coronavirus ha impedito la consueta celebrazione, fatta di messe e comizi pubblici, il presidente dell’Associazione Lotta Amianto (ALA), Carlo Montanari ha tenuto a ricordare le vittime a modo suo. In particolare ha citato Giancarlo Cucchi, un operaio ormai 81enne che lavorò al polo industriale senigalliese in cui si produceva cemento amianto.
L’iniziativa di ALA si prefigge l’obiettivo di dar voce alle oltre 300 morti avvenute fra gli ex dipendenti di Sacelit e dell’Italcementi, denunciando il rischio rappresentato dalle oltre 40 milioni di tonnellate di amianto ancora presenti sul territorio nazionale. L’asbesto è un killer silenzioso, esattamente come sta avvenendo col Covid-19.
Per questo motivo la giornata mondiale delle vittime amianto è più che mai attuale. Lo stesso impegno preso per rallentare l’epidemia del coronavirus, deve essere messo per debellare il rischio rappresentato dalle aree contaminate dall’amianto. Montanari chiede a gran voce un censimento accurato e dettagliato delle strutture a rischio a Senigallia già da diversi anni.
L’accorato appello si è rinnovato anche in occasione di questa triste giornata, nella speranza che, finalmente, le istituzioni comincino a muoversi in tal senso. I cittadini possono solo auspicare che gli interventi vengano compiuti nel più breve tempo possibile.