Ferrovie dello Stato condannate per l’uso di amianto

La recente sentenza che ha visto la condanna di Ferrovie dello Stato è un momento storico e di giustizia nei confronti di tutti gli operai che negli anni ’70 sono stati esposti alle pericolose fibre killer senza esserne informati. I casi di mesotelioma tra gli ex dipendenti hanno raggiunto cifre record, che tutt’ora continuano a crescere.

 

Il caso di Foggia e la condanna

Il caso del lavoratore di Foggia morto a 69 anni per un tumore asbesto correlato ha fatto grande scalpore. L’uomo aveva infatti lavorato per diverso tempo alle dipendenze di RFI come aggiustatore. Suo era il compito di rimettere in sesto le vetture, sia dal punto di vista elettrico che meccanico. Lavorava sulle carrozze tutto il tempo, ma nessuno gli aveva detto che per la loro costruzione era stato impiegato anche dell’amianto.

Ferrovie dello Stato si è difesa dalla citazione in giudizio sostenendo che negli anni ’70 non esisteva ancora una documentazione esauriente che provasse l’effettiva pericolosità del minerale. Tuttavia, il giudice che ha emesso la condanna ha ribadito che già negli anni ’50 era stata prodotta un ampia quantità di letteratura scientifica in cui si ammoniva sugli effetti nocivi dell’asbesto.

Sulla base di tale prova, FS è stata costretta a risarcire la famiglia dell’operaio con 200.000 euro. Una cifra irrisoria rispetto alla vita di un familiare, ma che costituisce comunque un importante messaggio per tutte le aziende che ancora oggi tentano di trovare scuse per non versare i dovuti risarcimenti alle persone a cui spettano.

 

Oltre 4.000 decessi tra gli ex operai di Ferrovie dello Stato

Il dato più preoccupante, tuttavia, è quello relativo ai decessi di coloro che hanno lavorato sotto le dipendenze di Ferrovie dello Stato. Si parla di oltre 4.000 casi accertati, ma ve ne sono ancora molti che devono essere censiti e identificati. I numeri sono veramente elevati e l’ONA continua ad indagare per scovare tutti coloro che possono essere stati esposti.

Molti chiedono a gran voce una riforma culturale dell’impresa, in modo che i lavoratori vengano adeguatamente informati e tutelati in caso di rischi relativi alla professione svolta. Servono corsi di formazione, l’adozione di dispositivi di protezione individuale e una maggiore attenzione per la sicurezza sul posto di lavoro.

L’Organizzazione Nazionale Amianto continua la sua battaglia per sostenere gli esposti alle fibre killer e i loro familiari, ma serve il supporto immediato delle istituzioni.





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