Amianto alle officine di riparazione delle ferrovie: a Bologna verrà avviata la bonifica
27 Marzo 2019
Il caso dell’
amianto alle officine di riparazione delle ferrovie di Bologna è uno dei più eclatanti degli ultimi anni. La buona notizia dopo tante traversie riguarda il fatto che si sta per arrivare a una quadratura: il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha infatti emanato nel mese di febbraio un decreto di perimetrazione. Grazie ad esso, è stato possibile rendere il sito delle officine di riparazione delle ferrovie il 41mo a livello nazionale per quanto riguarda la
bonifica dell’amianto.
I prossimi step
La vicenda dell’amianto alle officine di riparazione delle ferrovie di Bologna, che ha visto a processo diversi ex dirigenti FS, ha destato l’interesse di media nazionali. Degni di nota sono anche i contributi che il quotidiano Fanpage ha dedicato a questo dramma, che ha causato la morte di più di 300 persone.
I prossimi passi vedranno la definizione completa delle procedure finalizzate a stabilire sia la localizzazione, sia la natura degli agenti inquinanti. Il suddetto sito sembra essere contraddistinto dalla presenza di asbesto sia nel terreno, sia negli edifici produttivi.
Un importante passo in avanti verso la bonifica dell’area
Il decreto firmato dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa rappresenta per i rappresentanti dell’associazione Afeva (Associazione Famigliare Vittime Amianto) un passo avanti importante verso la bonifica dell’amianto alle officine di riparazione delle ferrovie a Bologna.
I rappresentanti Afeva, intervistati da diversi organi mediatici a seguito dell’emanazione del decreto a fine febbraio, hanno ricordato che, purtroppo, il sito produttivo ha visto esposti all’amianto migliaia di lavoratori di ambo i sessi per tanti anni.
Tale situazione, come già ricordato, ha portato alla morte accertata di 300 persone. Le indagini in merito da parte dell’Ausl bolognese stanno continuando ancora oggi, in un contesto che ha visto alcuni ex sindacalisti e dipendenti delle officine descrivere la situazione come una “strage di Stato” e ricordare il recente decesso di Giovanni Malagoli (l’ex operaio Ogr è venuto a mancare nel gennaio 2018), detto Luciano, la vittima accertata numero 303.
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