Amianto negli edifici abbandonati: la giunta tergiversa

Il problema dell’amianto negli edifici abbandonati è estremamente comune in tutta Italia. Il territorio nazionale è infatti pieno di aree urbane dismesse, fabbriche abbandonate o strutture di vario genere, tutte contraddistinte dalla presenza del pericoloso materiale cancerogeno.

Definire piani d’intervento per risolvere alla radice il problema dovrebbe essere la priorità per tutte le amministrazioni, siano esse locali, regionali o statali. Pur essendoci molti ottimi esempi di impegno per la salvaguardia di cittadini e ambiente, esistono altrettanti casi arenati ormai da anni che stentano a vedere una risoluzione concreta.

 

Cardano al Campo: litigi e nessun intervento

Uno dei casi più emblematici di questa inabilità di intervenire per risolvere i problemi, è quello di Cardano al Campo. Il piccolo Comune lombardo è il centro di una diatriba fra la nuova giunta e la vecchia amministrazione, che dibattono ininterrottamente sulla bonifica e riabilitazione di alcuni edifici abbandonati contaminati dall’amianto.

L’ex sindaco Angelo Bellora, in un’intervista, ha dichiarato che nonostante tutte le promesse effettuate in campagna elettorale, la nuova giunta è rimasta ancora immobile per gli interventi prioritari da compiersi sull’ex Nautilus e i lotti adiacenti.

Queste aree, oltre a rappresentare un simbolo di degrado urbano, sono fortemente a rischio a causa della presenza dell’amianto che rende le zone limitrofe pericolose per la salute dei cittadini. L’ex sindaco sottolinea come la nuova amministrazione (che precedentemente l’aveva accusato di negligenza) si stia rendendo conto che alcuni interventi richiedono pianificazioni più dettagliate.

Ricollocare le strutture dell’ex Nautilus non è facile ma prima di pensare ad un piano di adeguamento e rilancio dell’area, è imperativo intervenire per rimuovere tutto l’amianto presente.

 

I rischi dell’amianto negli edifici abbandonati

La presenza di amianto negli edifici abbandonati è un enorme rischio per tutti i cittadini che vi vivono in prossimità. Le fibre rilasciate dal decadimento di tetti, muri e altri fabbricati contenenti asbesto, sono altamente cancerogene e, se inalate, possono portare alla morte anche dopo molti anni. Non è un caso se questo materiale edile è stato messo al bando già dal 1992.

I continui litigi e le diatribe delle amministrazioni locali su temi così delicati che richiederebbero invece interventi tempestivi, sono un male che purtroppo si riscontra un po’ in tutta la nazione. L’appello dei cittadini a chi li governa è quello di mettere in primo piano il bene comune piuttosto che gli interessi dell’uno o l’altro schieramento, cooperando insieme.





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