Tubature contenenti amianto: la denuncia dell’ONA

Pochi giorni fa, durante un convegno nel modenese, l’ONA (Osservatorio Nazionale Amianto) ha riportato l’attenzione sulle tubature contenenti amianto che ancora servono migliaia di cittadini. Si parla di ben 28 acquedotti nelle sole province di Modena e Bologna, per un totale di 134 Comuni a rischio di contaminazione.

 

La correlazione tra amianto e tumori biliari

Recenti studi hanno dimostrato in maniera inconfutabile un nesso causale tra l’ingestione di acqua contaminata e i tumori al fegato. A preoccupare gli esperti intervenuti al congresso è in particolare una ricerca che sta per essere ufficialmente pubblicata, nella quale si evidenzia la presenza di fibre killer sia in soggetti malati, ma anche in quelli sani.

Ciò è sinonimo del fatto che sono proprio i tubi ormai usurati dal tempo e dalla corrosione a trasportarle. Questo dovrebbe essere un ulteriore campanello d’allarme per le istituzioni, le quali hanno l’onere di intervenire per bonificare e mettere in sicurezza le centinaia di chilometri di tubature contenenti amianto che oggi minacciano la vita dei cittadini.

L’avvocato Ezio Bonanni ha inoltre ribadito l’importanza di tutelare anche i lavoratori che verranno incaricati della sostituzione, poiché potrebbero trovarsi a dover operare con artefatti fortemente danneggiati e quindi potenzialmente rischiosi. Si ricorda infatti che basta la semplice inalazione delle micro fibre per rischiare il mesotelioma.

 

Le tubature contaminate dall’amianto possono causare tumori seri

Gli studi sopra citati eseguiti dal professore Giovanni Brandi, hanno quindi messo nero su bianco la correlazione tra tumori e tubature contenenti amianto, tuttavia c’è ancora chi nega tale legame. Non c’è dubbio che l’ostinazione a smentire le evidenze scientifiche sia spinta da altri interessi, ma rimane il fatto che si sta giocando con la vita dei cittadini.

A tale proposito, l’ONA ha tenuto a presentare i dati aggiornati sui casi di mesotelioma in Emilia-Romagna degli ultimi anni. Tra il 1997 e 2001 la media era di 82 casi all’anno, tra il 2002 e il 2006 era già salita a 113, tra il 2007 e il 2011 a 131, tra il 2012 e il 2016 a 150, tra il 2017 e il 2021 a 151. Insomma, un incremento continuo che sottolinea una lotta ancora in pieno svolgimento.

In totale i decessi per tumori riconducibili all’amianto superano gli 11.000 casi e di questi altre un migliaio riguardano proprio fegato, stomaco, colon, esofago e faringe. Insomma, il ruolo dell’acqua contenente fibre killer ha sicuramente un’incidenza rilevante, per questo bisogna intervenire tempestivamente.





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