Arriva l’aumento delle prestazioni del fondo per i malati di amianto

La notizia dell’aumento delle prestazioni del fondo per le vittime dell’amianto è piuttosto recente e sancisce un passo importante verso la lotta al pericoloso materiale edile. La proposta di emendamento che ha decretato le modifiche al sostegno è della deputata Debora Serracchiani. L’iniziativa ha ottenuto le lodi da parte di tutti i leader sindacali che da anni si battono per chi ha contratto sul lavoro malattie asbesto correlate.

 

In cosa consiste l’aumento delle prestazioni del fondo vittime amianto?

La modifica è entrata in vigore con la Legge di Bilancio 2023 e offre interessanti incentivi a coloro che hanno dimostrato di soffrire di patologie legate all’amianto entro il gennaio 2021. Tra le modifiche più rilevanti c’è appunto l’aumento delle prestazioni del fondo, che si traduce nello specifico in:

  • un’elevazione di due punti percentuali della rendita di godimento, che passa dal 15% al 17%;
  • un incremento della prestazione una tantum erogata dall’Inail per i malati di mesotelioma che, dai 10.000 euro precedenti, ora arriva fino a 15.000 euro.

Due modifiche che possono fare concretamente  la differenza nella vita di chi ha avuto la sfortuna di conoscere la terribile forza dell’amianto, nonché le sofferenze imposte da malattie atroci che spesso colpiscono anche i parenti più stretti dei lavoratori. Un atto dovuto, secondo molti leader sindacali, che ha tardato fin troppo ad arrivare, ma che finalmente è qui.

 

Un primo passo che però richiede ancora molto impegno

Sempre in riferimento all’aumento delle prestazioni del fondo vittime amianto, i segretari di Cgil, Cisl, Uil, Francesca Re David, Angelo Colombini e Tiziana Bocchi, hanno tenuto a sottolineare come l’approvazione dell’emendamento sia soltanto il primo passo verso una maggiore consapevolezza alla lotta contro la fibra killer che ancora oggi colpisce migliaia di innocenti.

Risarcire le vittime è un dovere dello Stato, ma lo è altrettanto il prevenire che certi incidenti ricapitino. Per tale ragione è stato ribadito che i provvedimenti non possono e non devono fermarsi a quello qui discusso. È invece necessario continuare ad investire nella ricerca, nella bonifica, nello smaltimento, nella prevenzione e nella tutela dei lavoratori e dei cittadini.

Per tale motivo servono piani d’intervento ben delineati (che ad oggi sono ancora assenti o parzialmente applicati in molte regioni italiane), nonché incentivi che aiutino famiglie e aziende ad eseguire interventi di bonifica in autonomia, abbattendo gli onerosi costi dello smaltimento.





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