Scarti tossici nel lago d’Iseo: la spesa folle per la rimozione

Un recente studio condotto dall'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpa) ha rivelato una preoccupante presenza di scarti tossici nei sedimenti e nelle acque circostanti la zona del "Corno" nel lago d'Iseo, precisamente a Tavernola Bergamasca. Tra questi materiali si annoverano metalli, micro e nano-plastiche e, in maniera sorprendente, anche amianto.

 

Una situazione di degrado che richiede interventi immediati

Secondo quanto riportato dallo studio, condotto attraverso campionamenti eseguiti nel luglio del 2023, la presenza di questi scarti tossici è diffusa sia nei sedimenti sommersi sia nelle immediate vicinanze della superficie acquatica.

Di fronte a questa scoperta allarmante, Arpa ha sollecitato un intervento risolutivo per la rimozione dei materiali di gomma rinvenuti a profondità comprese tra i dieci e i cinquanta metri. La responsabilità dell'azione spetta alla Regione Lombardia, che ha già istituito un gruppo di lavoro dedicato e investito 85.000 euro per elaborare un Piano di indagine ambientale sulla zona interessata.

Tale piano prevede una mappatura dettagliata dei materiali, uno studio chimico ed eco-tossicologico, una valutazione del rischio e indicazioni per la gestione dei rifiuti. Operazioni lunghe e complesse che potrebbero richiedere tempistiche piuttosto consistenti.

 

I costi per la rimozione degli scarti tossici

Oltre alla complessità tecnica e logistica, anche i costi per la rimozione degli scarti tossici si prospetta piuttosto costosa, con stime che parlano addirittura di oltre due milioni di euro. Attualmente, la cifra è soggetta a una valutazione economica più approfondita. La Regione Lombardia sta valutando le azioni da intraprendere per gestire questa situazione, considerando anche la possibilità di richiedere supporto finanziario al ministero competente.

Secondo i dati emersi dall'analisi condotta da Arpa, i materiali rinvenuti sono principalmente residui di guarnizioni industriali, composti da una miscela di plastica e gomma, con la sorprendente presenza di amianto. Questi rifiuti rilasciano una serie di sostanze nocive, inclusi metalli, micro e nano-plastiche, contribuendo così a un ambiente non inerte e potenzialmente dannoso per la salute umana e l'ecosistema circostante.

Per tutti questi motivi serve un’azione concreta e immediata, ma i costi di bonifica sembrano ancora un grosso ostacolo affinché i lavori possano prendere il via. Quanto ci vorrà perché si compiano gli interventi necessari per rimediare al problema?





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