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L’amianto di origine naturale è un rischio per la salute dei lavoratori tanto quanto lo è quello presente in artefatti industriali, coperture o qualunque altro derivato di lavorazione. Quando ci si riferisce a questo pericoloso materiale, lo si immagina sempre nella sua versione già lavorata, ma esso deve essere temuto anche e soprattutto quando affiora in maniera spontanea dal terreno.
È risaputo che l’amianto di origine naturale è costituito da un numeroso insieme di minerali fibrosi (actinolite, amosite, antofillite, crisotilo, crocidolite e tremolite) contenuti in quelle che comunemente vengono definite rocce verdi o pietre verdi.
Come per la controparte lavorata, anche l’amianto contenuto nelle rocce è altamente cancerogeno se inalato. I minerali possono essere dispersi nell’aria a causa dell’azione corrosiva degli agenti atmosferici, per via di fenomeni geologici o durante le attività di scavo di origine umana.
Per tale ragione è necessario sensibilizzare aziende e lavoratori a questo problema in modo che possano effettuare le proprie operazioni senza correre pericoli. In occasione della settimana europea contro il cancro, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli infortuni sul Lavoro (INAIL) ha pubblicato un interessante ed esaustivo documento che parla proprio di questo importante argomento.
Il paper è stato redatto dal Dipartimento Innovazioni Tecnologiche (DIT) in collaborazione con la Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione (Contarp), e ha lo scopo di disegnare un quadro informativo relativo ai vari siti italiani che presentano amianto di origine naturale.
Oltre ad avere uno scopo informativo generale, il documento parla approfonditamente dei rischi per la salute dei lavoratori e offre dettagliate linee guida ad aziende e imprese che operano nei siti potenzialmente contaminati o che sfruttano pietrame che potrebbe contenere al suo interno rocce verdi.
Nello specifico fa riferimento ad attività come l’estrazione e la lavorazione di pietre ornamentali, alle bonifiche di siti contaminati, agli scavi per la realizzazione di opere urbane, alle lavorazioni agricole e alla rimozione e smaltimento del ballast (cioè il pietrisco che viene usato in ambito ferroviario, per lo più).
Questi sono solo alcuni esempi di situazioni in cui i minerali di amianto di origine naturale potrebbero essere presenti, per ciò è importante compiere verifiche adeguate prima di procedere con qualunque tipo di attività. Per chi fosse interessato ricordiamo che il testo completo è scaricabile gratuitamente dal portale dell’INAIL.